Elettrocardiogramma

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Capita di non sapere cos’è e a cosa serve l’elettrocardiogramma (ECG) che è un semplicissimo esame diagnostico, eseguito tramite l’ausilio di uno strumento (elettrocardiografo) che riporta a livello grafico il ritmo e l'attività elettrica del cuore.

A cosa serve l’elettrocardiogramma?

L'elettrocardiogramma è utile per rilevare diversi disturbi al cuore, quali le aritmie, l’infarto del miocardio, le sofferenze coronariche e le anomalie afferenti ad atri e ventricoli.

Viene utilizzato anche per monitorare il funzionamento di un eventuale pacemaker o di un defibrillatore cardioverter, nei pazienti che adoperano dispositivi per la normalizzazione del ritmo cardiaco.

I risultati vengono riportati dall’apparecchio in un tracciato elettrocardiografico, che viene interpretato poi dal cardiologo per comprendere qual è lo stato di salute del cuore del paziente.

Esistono tre tipologie di elettrocardiogramma:

  • elettrocardiogramma a riposo;
  • elettrocardiogramma dinamico (Hotler) utile per identificare eventuali aritmie cardiache;
  • elettrocardiogramma sotto sforzo utile per identificare la presenza di disturbi cardiaci che non emergerebbero in condizioni di riposo.

Quando eseguire un elettrocardiogramma?

Il normale ritmo cardiaco di una persona adulta ha una frequenza di contrazione a riposo compresa tra i 60 e i 100 battiti per minuto. Chi ha subito un infarto del miocardio deve sottoporsi periodicamente a un elettrocardiogramma, per tenere sotto controllo le condizioni del proprio cuore.

È importante sapere quando eseguire un elettrocardiogramma, come quando si hanno eventuali sintomi di miocardite, oltre che effettuare controlli periodici (almeno ogni 5 anni o più frequentemente in caso di presenza di fattori di rischio) quando si hanno componenti familiari con disturbi cardiovascolari o quando si superano i 40 anni di età. È possibile anche eseguire un elettrocardiogramma in farmacia, basta verificarne la disponibilità.

Come si esegue un elettrocardiogramma?

Prima di eseguire un ECG è sempre importante comunicare al medico se si seguono terapie farmacologiche o se si è portatori di pacemaker.

Nell’elettrocardiogramma a riposo, il paziente viene fatto accomodare sul lettino e gli vengono applicati sul torace, sulle braccia e sulle gambe gli elettrodi dell'elettrocardiografo, che viene poi avviato e inizia la registrazione che dura, in genere, pochi secondi, sufficienti per valutare la funzione cardiaca. Al paziente viene chiesto di respirare regolarmente, oltre che di restare fermo.

Nell'elettrocardiogramma dinamico si adopera un elettrocardiografo portatile, che consente di monitorare la funzione cardiaca nell'arco di un certo periodo di tempo, in genere 24-48 ore, al fine di individuare eventuali aritmie discontinue, a comparsa sporadica, che un ECG a riposo non identifica. Nella prima fase vengono registrati e salvati in memoria il ritmo e l'attività elettrica del cuore: durante questa fase, il paziente può continuare a eseguire le proprie normali attività.

Nell'elettrocardiogramma sotto sforzo si registra la funzione cardiaca del paziente mentre effettua un esercizio fisico di una certa intensità, al fine di analizzare come si comporta il cuore durante uno sforzo fisico: quindi, la variazione del ritmo cardiaco o i problemi cardiaci che possono palesarsi quando vi è una maggiore richiesta di sangue da parte del corpo. In questo caso, l’area di applicazione degli elettrodi è soltanto il torace, e il paziente viene invitato a camminare su un tapis roulant o a pedalare su una cyclette.

Se l’ECG dinamico può durare anche una settimana, quello a riposo e quello sotto sforzo durano pochi minuti.

Se vuoi approfondire l’argomento o hai qualche domanda, contattaci. Il nostro team di professionisti sarà felice di risponderti.


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